Rotes Rathaus
Il suo nome vuol dire letteralmente “municipio rosso” e si riferisce ai mattoni rossi di cotto che rivestono la sua facciata, in perfetto stile rinascimentale italiano a cui si è ispirato l’architetto tedesco Hermann Friedrich Waesemann, che progettò e costruì il municipio tra il 1861 e il 1869. lo stile del palazzo ricorda quello degli edifici rinascimentali di Bologna e Ferrara, abbandonando la tradizione classicista dell’architettura tedesca di quel periodo.
Il “Rotes Rathaus” è da il municipio della capitale tedesca, anche nel periodo della divisione della città esso ospitava l’amministrazione di Berlino Est e dopo l’unificazione divenne l’unico municipio cittadino.
L’originale stile architettonico rinascimentale regala al municipio l’aspetto di una fortezza: le file di archi, gli alti telai delle finestre, le balaustre sporgenti sostenute agli angoli e la torre centrale. Questa si innalza sopra il portone d’ingresso ed è alta 74 metri; in cima alla torre vi è un grande orologio che scandisce le giornate dei berlinesi.
Un altro elemento caratteristico del “Rotes Rathaus” è il fregio continuo della facciata principale, aggiunto nel 1879. È chiamato “cronaca in pietra” poiché in 36 pannelli descrive personaggi e scene della storia di Berlino a partire dal 1871, i momenti salienti e l’evoluzione economica e socio-culturale della città.
All’interno del “Rotes Rathaus” si trovano due diversi cortili “popolati” da statue in pietra dello scultore tedesco Fritz Kremer: aggiunte verso la fine del 1950 rappresentano gli abitanti di Berlino impegnati nella ricostruzione della città dopo la Seconda Guerra Mondiale. Anche il municipio fu duramente colpito dai bombardamenti del conflitto mondiale e poi ricostruito fedelmente nella nel giro di pochi anni.
