Martin Lutero
Nato a Eisleben nel 1483 in una famiglia benestante, Lutero divenne un monaco agostiniano neanche ventenne. Qui approfondì gli studi di teologia e ottenne la titolare della cattedra di “lectura in Biblia” all’Università di Wittenberg, dove poi ottenne la cattedra di teologia che insegnò fino alla morte, avvenuta per malattia ad Eisleben il 18 febbraio 1546.
Predicatore e professore instancabile, nel corso dei suoi studi Lutero si accostò in modo diverso alla religione cattolica, esplicitate nelle 95 tesi che affisse sulla porta della Cattedrale di Wittenberg nel 1571.
Queste tesi, che gli costarono la scomunica da parte del Papa, rappresentavano una nuova visione della penitenza, l'autorità del papa e l'utilità delle indulgenze. Rappresentavano soprattutto una condanna per gli abitudini della Chiesa di quel periodo (esplicito riferimento fatto per la compra-vendite delle indulgenze promossa da Leone X per la raccolta di fondi destinati a completare la basilica di San Pietro a Roma).
Le tesi di Lutero accesero un dibattito teologico che terminò con la nascita della Riforma protestante, di cui egli è il padre indiscusso.
Lutero era fermamente convinto che Dio comunica con l’uomo mediante la Legge e il Vangelo, liberamente avvicinabile da parte di ciascun uomo attraverso la propria coscienza e le tradizioni etiche della propria cultura, anche se l’interpretazione di essa è sempre distorta dal peccato. La salvezza si ottiene quindi per grazia divina e non per meriti propri, ottenuta in virtù della sola fede: “sola gratia, sola fide”.
Lutero scrisse anche opere importanti come “Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca”, “Sulla cattività babilonese della Chiesa”, “Sulla libertà del cristiano”, “De servo arbitrio”, e il noto “Piccolo Catechismo”. La sua opera principale fu sicuramente la traduzione della Bibbia in lingua tedesca: un linguaggio standard, comprensibile in tutte le parti della Germania e da tutti i ceti sociali. Lutero è quindi anche considerato il fondatore della lingua tedesca.
